Prof. Bogetti Paolo

" La  bellezza  non rende felice colui che la possiede, ma  colui che la può amare e desiderare "
(Hermann Hesse)

Chirurgo Plastico

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MASTOPLASTICA ADDITIVA

La mastoplastica additiva è un intervento che consente di migliorare il volume , l’aspetto del seno e quindi il contorno corporeo nella donna e, pertanto, permette un:
• aumento di volume della mammella piccola
• riempimento di mammelle svuotate (caratteristica nel post-gravidanza) • correzione di ptosi (mammella pendula) lieve o moderata • correzione di volume di mammelle diverse (asimmetria mammaria, mammella tuberosa)
L’impianto che viene utilizzato è la protesi mammaria che consiste in un “guscio” di silicone riempito di gel di silicone di variabile consistenza. Il gel oggi maggiormente utilizzato è un gel cosiddetto “coesivo” più sicuro rispetto a quello utilizzato in passato perché ha una minima trasudazione e, in caso di una rottura dell’impianto (evento assai raro con le protesi attuali), rimane in sede senza diffondersi nei tessuti circostanti. La superficie delle protesi si presenta non liscia ma “testurizzata” (finemente rugosa), questo per ridurre al minimo il rischio di una “contrattura capsulare periprotesica”, evento che si può verificare a distanza di tempo variabile dall’intervento. Esisono due modelli di protesi mammarie:
- rotonde, nei casi in cui la paziente desideri ottenere un decoltè più saliente;



- anatomiche (a forma di “goccia”), se desidera avere una mammella con forma più naturale. L’intervento può essere eseguito mediante diverse vie d’accesso, tra cui: quella a livello del solco sottomammario, quella periareolare e quella ascellare. Comunque, utilizzando le protesi “anatomiche” (quelle oggi più richieste e che danno i migliori risultati), normalmente si effettua un’incisione chirurgica di cm.5 a livello del solco sottomammario attraverso la quale s’inserisce la protesi. Questo viene eseguito in anestesia locale con sedazione (quindi con presenza dell’Anestesista), se le protesi mammarie vengono messe sotto la ghiandola mammaria ma al di sopra del muscolo pettorale ( quasi sempre per motivi estetici); in anestesia generale, se impiantate al di sotto del muscolo ( per motivi estetici come ad es. in pazienti magre o per ricostruzione mammaria postoncologica).
L’intervento può essere effettuato in day-hospital o con ricovero di un giorno. La paziente viene dimessa con due drenaggi che vengono rimossi dopo 2-4 giorni. Solitamente non vengono dati punti di sutura esterni ma solo applicata una colla per la cute. La paziente dovrà portare un reggiseno sportivo contenitivo per 45-60 giorni. L'intervento provoca poco dolore, sensazione di bruciore e di tensione per 2-3 giorni, facilmente dominabile con farmaci antinfiammatori o antidolorifici.
Bisogna ricordare che le protesi mammarie:
-non sono causa di tumore (tant’è che vengono utilizzate per la ricostruzione mammaria post trattamento oncologico)
-non scoppiano prendendo l'aereo,
-l'allattamento è sconsigliato, pur essendo possibile, in quanto la ghiandola mammaria non è danneggiata nelle sue funzioni.



-non sono “eterne”, ma possono essere da sostituire dopo 10-12 anni, con un intervento che può essere eseguito in anestesia locale.
Il lavoro può essere ripreso dopo 5 giorni, salvo lavori di fatica, per i quali è meglio aspettare 20 giorni.
La mammografia può essere eseguita tranquillamente, informando il Radiologo della presenza delle protesi ,in modo che possa eseguire proiezioni particolari ( tecnica di Eklund). Comunque, la mammografia può essere integrata dallo studio con la Risonanza Magnetica.

Complicanze:
Oltre alle normali complicanze di tutti gli interventi chirurgici (sieromi, ematomi, infezioni, cicatrici patologiche e/o cheloidee, allargamento delle cicatrici o diastasi), si possono verificare:
- contrattura capsulare periprotesica come accennato prima, l'organismo reagisce all'impianto delle protesi mammarie formando attorno ad esse una capsula fibrosa. In bassa percentuale (circa 5%) questa capsula può essere spessa e costringere la protesi, dando indurimento della mammella ed a volte anche dolore. Sarà necessario, in anestesia locale con sedazione, correggere questa contrattura mediante un intervento di capsulotomia e/o capsulectomia. - asimmetria tra le due mammelle : soprattutto se già presente prima dell’intervento.
- asimmetria di posizione dei solchi inframammari.
- riduzione della sensibilità del complesso areola-capezzolo per lo più temporanea (3-6 mesi), ma a volte permanente.

Per maggiori informazioni sull'intervento invia una mail a info@paolobogettichirurgoplastico.it

INTERVENTI

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Prof. Bogetti Paolo
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